Il cantiere delle donne L'Aquila
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il laboratorio
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Mariam è una ragazza di 19 anni che vive a Paganica, frazione dell’Aquila. Ha frequentato l’ultimo anno del Liceo Classico, studia con molto profitto canto lirico al Conservatorio dell’Aquila e spera che questa passione possa diventare la sua professione futura. Sicuramente ci riuscirà perché ha talento, è determinata, bella ed espressiva.
Mariam ha una bellezza, interiore ed esteriore, esaltata dall’incontro di due etnie, di due culture. La mamma è siciliana, il padre è di Nazareth, un “israeliano palestinese” dice lui. E Mariam, che conosce bene l’inglese e l’arabo, ama definirsi polietnica. Nel 2009, l’anno del terremoto dell’Aquila, Mariam aveva 9 anni. Troppo piccola per avere chiari rifermenti del territorio della città; l’unico che ha dell’Aquila è il mercato di Piazza Duomo.
La sua vita in questi ultimi anni si è svolta e continua a svolgersi tra casa, Liceo, Conservatorio e il Coro della diocesi giovanile San Massimo, i cui coristi sono i suoi amici con i quali spesso si intrattiene, per esempio dopo le prove, a bere una birra o a chiacchierare nei locali del centro. C’è ancora un posto, particolarmente caro a Mariam: il Monastero delle Clarisse a Paganica. Ha iniziato a frequentarlo quando aveva circa 16 anni e oggi ha con le sorelle di Santa Chiara un forte legame; quando ha bisogno di ricaricarsi sa che quello è il posto giusto dove poterlo fare. Dopo il vespro, nel Convento, altri giovani come lei si incontrano per condividere momenti di riflessione e scambiare opinioni.
E poi c’è il Parco del Sole, dove va a passeggiare o sostare su una panchina o sull’erba con gli amici o con il suo ragazzo. Mariam non sa se il suo futuro sarà a L’Aquila, ha coscienza che difficilmente, per lavorare, potrà rimanerci, soprattutto se riuscirà a realizzare il suo sogno, ma sa anche che L’Aquila sarà sempre il nido dove poter ritornare.
Mariam colpisce per quella sua passione per il canto lirico e per essere una ragazza solare, con una grande capacità di esprimersi. Ha trovato nelle sue passioni e nei luoghi che frequenta, un modo di vivere il territorio personale e intenso. Una cosiddetta brava ragazza che, forse anche grazie alla sua famiglia, ha una visione positiva ed aperta del mondo.